Papa Francesco – Laudate Deum: Il crescente paradigma tecnocratico

Al punto secondo della Laudate Deum, Papa Francesco ricorda che alla base del degrado ambientale vi è il paradigma tecnocratico. Secondo questo tipo di visione della vita e dell’agire umano, la realtà, il bene e la verità derivano spontaneamente dall’economia e dalla tecnologia; per conseguenza logica, quindi, più aumentano la tecnologia e l’economia più aumenta il bene. Di qui l’idea di una crescita illimitata.

Questa idea, deviata della vita, non solo si è consolidata negli ultimi anni ma è anche avanzata. Il pericolo più grande, fa notare il Papa, è sì l’esaurimento delle risorse naturali, ma soprattutto l’ideologia di un essere umano privo di limiti che utilizza la sua superiorità e il suo potere non per curare e custodire il Creato ma per sfruttarlo e schiavizzarlo.

Il potere umano, se non è accompagnato da un’etica solida, non è sempre fonte di progresso per l’umanità, anzi può essere, quando è distorto, capace di distruggere la vita: il Papa ricorda, a questo proposito, le «tecnologie “mirabili” che furono utilizzate per decimare popolazioni, lanciare bombe atomiche, annientare gruppi etnici».

Il potere reale, fa notare il Papa, utilizza la falsa informazione del progresso per giustificare opere che hanno un grande impatto ambientale ed elevati effetti inquinanti, dove il risultato finale non sarà il progresso e il benessere ma solo una terra devastata, dove vivere diventerà veramente difficile.

Gli enormi progressi tecnologici, se non gestiti in maniera responsabile, avendo come principio un’etica forte, sono capaci di mettere in pericolo la vita di molti esseri e la stessa sopravvivenza umana. È fondamentale quindi ripensare ad un modo diverso dell’utilizzo del potere umano: l’uomo non può considerarsi al di sopra della natura, ma deve considerarsi come incluso in essa, e la sua l’intelligenza e libertà devono essere utilizzate per arricchire il Pianeta e non per sfruttarlo.

Alla base di questa logica perversa, che sfrutta il Creato e consolida i privilegi di pochi a danno dei poveri, vi è anche un modo sbagliato di pensare all’economia: il massimo profitto col minimo costo, mascherati da progresso, evidenziano il disinteresse per la casa comune e degli scartati della società.

Di fronte a tutto questo disastro si pone, dice Papa Francesco «la domanda di senso: qual è il senso della mia vita, qual è il senso del mio passaggio su questa terra, qual è in definitiva il senso del mio lavoro e del mio impegno?»